1945: news del Primo Maggio libero

Così le testate custodite in Istituto raccontarono la prima Festa dei Lavoratori dopo il Ventennio fascista

 

“Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia, vista la legge 23 giugno 1874, n.1968; vista la legge 19 giugno 1913, n.630; udito il Consiglio dei ministri; sulla proposta del presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell’Interno, di concerto con il ministro della Giustizia e degli affari di culto; abbiamo decretato e decretiamo: il 21 aprile, giorno commemorativo della fondazione di Roma, è destinato alla  celebrazione del lavoro ed è considerato festivo, eccetto che per gli uffici giudiziari. È soppressa la festa di fatto del Primo Maggio e tutte le pattuizioni intervenute tra industriali e operai per la giornata di vacanza in tal giorno dovranno essere applicate pel 21 aprile e non pel Primo maggio. Il presente decreto entra in vigore oggi e sarà presentato al Parlamento per essere convertito in legge. Dato a Roma, addì 19 aprile 1923”. È questo il testo del comunicato ufficiale che annunciava l’abolizione da parte del governo Mussolini della Festa del Lavoro, celebrata in Italia fin dal 1890. Bisognerà attendere il 1945 per rivedere in piazza le manifestazioni dei lavoratori e l’anno successivo per il riconoscimento ufficiale della festività.

L’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea di Firenze conserva nella sua sede numerose annate dei giornali dell’epoca, frutto di donazioni. Le abbiamo sfogliate per cogliere, attraverso la narrazione giornalistica, alcune emozioni di allora per una celebrazione così significativa finalmente ritrovata.

Il 30 aprile 1945 «La Nazione del Popolo», organo del Comitato toscano di liberazione nazionale, dedica il titolo a tutta pagina alla fine del dittatore, il cui corpo era stato esposto il giorno precedente a Piazzale Loreto: “Fine di Mussolini, giustizia degli uomini liberi”. Ma affida la pagina successiva alla cura delle Camera Confederale del Lavoro di Firenze, che ovviamente la dedica tutta alla festa: “I lavoratori festeggiano il 1° Maggio uniti nella riconquistata libertà”. Alle “Direttive” dell’editoriale e all’appello al “Sindacalismo unitario” di un ulteriore fondo giornalistico si accompagnano le indicazioni per le manifestazioni del giorno successivo, che sarebbero culminate con il grande comizio agli Uffizi, oratori Ruggero Susini, Edoardo Fallaci, Albertina Pistolesi, Renato Cappugi, Renato Bitossi e Oreste Lizzadri. A quella dell’unità si aggiunge l’altra forte parola d’ordine più che mai consonante con il tema del lavoro: ricostruzione. L’edizione del 2 maggio riporta sempre in prima pagina, con una scelta inconsueta per allora  e molto significativa, una foto della partecipatissima manifestazione agli Uffizi.

È «l’Unità», organo del Partito Comunista Italiano, che il Primo Maggio fa esplodere a tutta pagina il titolo: “Viva il Primo Maggio di liberazione e di vittoria!”. L’editoriale “Fucilata trionfale” collega il clamore delle piazze dei lavoratori all’echeggiare dei colpi inferti al Duce e agli altri condannati. Comunisti e socialisti si uniscono nell’appello perché sia grande la partecipazione alla festa che a Roma viene conclusa in piazza del Popolo da Giuseppe Di Vittorio, segretario della CGIL.

Le copie dell’«Avanti!», organo del Partito Socialista Italiano di unità proletaria, custodite dall’Istituto sono quelle dell’edizione di Torino. Le due manchette a fianco della testata riportano il 2 maggio la frase di Marx “Lavoratori di tutto il mondo unitevi!” (si faceva gran sfoggio, allora, di punti esclamativi) e di Giacomo Matteotti, “…ma l’idea che è in me non muore”. Il titolo a tutta pagina annuncia la morte di Hitler ma nel “catenaccio” non manca il riferimento alla Festa del Lavoro ritrovata: “I popoli tornati liberi festeggiano il 1° Maggio”, mentre in seconda pagina campeggia una fotografia della manifestazione in Corso Vittorio a Torino.

Il «Corriere del mattino», quotidiano dell’Italia centrale, presenta nell’edizione datata 1-2 maggio una intera pagina dedicata alla festa, con il titolo “Gli italiani celebrano nella libertà e nel lavoro i fondamenti della nuova democrazia” e colma gli spazi con editoriali dai titoli lapidari: “Primo maggio”, “Fratellanza dei lavoratori”, “Sindacalismo”, “La Festa del lavoro e i nuovi compiti”, “La donna e la vita sindacale”. In quei giorni, sull’argomento, l’ organo del Partito Liberale Italiano «Risorgimento Liberale» tace del tutto.

 

Susanna Cressati

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